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Museo delle Miniere di Montecatini Val di Cecina

Nel cuo­re del­la Tosca­na, a 1 km dal pic­co­lo bor­go di Mon­te­ca­ti­ni Val di Ceci­na, esi­ste un luo­go sen­za tem­po che rac­con­ta il lavo­ro e la fati­ca degli uomi­ni: la Minie­ra di Rame di Caporciano.
La sto­ri­ca minie­ra era sud­di­vi­sa in die­ci livel­li e com­pren­de­va una rete di gal­le­rie sot­ter­ra­nee di 35 km che rag­giun­ge­va una pro­fon­di­tà mas­si­ma di 315 metri. Le testi­mo­nian­ze dell’attività estrat­ti­va del­la zona risal­go­no all’e­po­ca etru­sca ma è sol­tan­to nell’800 che la minie­ra ha avu­to il perio­do di mag­gior splen­do­re, fino a diven­ta­re la più ric­ca e impor­tan­te dell’Europa del tempo. 
Il sito mine­ra­rio è rima­sto atti­vo fino al 1907 e, dopo inter­ven­ti di recu­pe­ro, è diven­ta­to zona di inte­res­se archeo­lo­gi­co e indu­stria­le e Museo del­le Minie­re. Le aree visi­ta­bi­li ad oggi sono: par­ti del­le Gal­le­rie e del­le Strut­tu­re Otto­cen­te­sche, la Tor­re di Poz­zo Alfre­do (il prin­ci­pa­le poz­zo di estra­zio­ne) e la Chie­sa di San­ta Bar­ba­ra (patro­na dei minatori).
Duran­te la visi­ta gui­da­ta è pos­si­bi­le riper­cor­re­re a pie­di alcu­ni km del­le gal­le­rie dei mina­to­ri fino ad arri­va­re all’af­fa­sci­nan­te “Pan­cia del­la Bale­na”, una gal­le­ria sca­va­ta nel­la roc­cia e cir­con­da­ta dal­le cen­ti­ne in fer­ro uti­liz­za­te per met­te­re in sicu­rez­za il lavo­ro di scavo.
Il Poz­zo Alfre­do rag­giun­ge­va i 315 metri di pro­fon­di­tà ed era azio­na­to da una mac­chi­na a vapo­re. Oggi, del­la strut­tu­ra inter­na, sono anco­ra visi­bi­li gli ingra­nag­gi e i mastel­li che azio­na­va­no il mec­ca­ni­smo di estrazione.
All’in­ter­no dell’oratorio del­la Chie­sa di San­ta Bar­ba­ra è custo­di­ta la tela del­la Madon­na di Gua­da­lu­pe, impor­tan­te ope­ra del pit­to­re mes­si­ca­no Juan Rodrí­guez Xuá­rez e una del­le poche testi­mo­nian­ze arri­va­te in Ita­lia del model­lo ico­no­gra­fi­co mes­si­ca­no dell’apparizione del­la Ver­gi­ne di Guadalupe.

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