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Turismo sostenibile e cultura diffusa

Turismo sostenibile

Nel perio­do sto­ri­co che stia­mo viven­do, dove la pan­de­mia Covid-19 ha por­ta­to mol­te per­so­ne a sen­ti­re sem­pre di più la neces­si­tà di esse­re ras­si­cu­ra­te, i con­cet­ti di eti­ca e soste­ni­bi­li­tà sono sem­pre più pre­sen­ti, così come quel­li di benes­se­re e salute.
Anche in ambi­to cul­tu­ra­le e turi­sti­co, è neces­sa­rio un net­to cam­bia­men­to di pro­spet­ti­va, in un’ot­ti­ca di respon­sa­bi­li­tà socia­le e acces­si­bi­li­tà, oltre che di soste­ni­bi­li­tà ambien­ta­le ed economica.
Stia­mo pas­san­do, già da tem­po ormai, da un “turi­smo velo­ce” ad un “turi­smo len­to”, respon­sa­bi­le e uma­ni­sti­co, capa­ce di svi­lup­pa­re nuo­ve pro­po­ste di valo­re per il nostro ter­ri­to­rio. Le per­so­ne sen­to­no sem­pre di più il biso­gno di rice­ve­re auten­ti­ci­tà da un luo­go, di cono­sce­re le sue sto­rie e di vive­re espe­rien­ze emo­zio­na­li e indimenticabili.
Lo “slow tou­ri­sm” per­met­te di vive­re il viag­gio in modo con­sa­pe­vo­le e soste­ni­bi­le, lon­ta­no dal­la fre­ne­sia di tut­ti i gior­ni, sti­mo­lan­do il turi­sta a rispet­ta­re il valo­re del patri­mo­nio ter­ri­to­ria­le e , allo stes­so tem­po, facen­do in modo che ne esca appa­ga­to e arric­chi­to, oltre che più rilas­sa­to e in pace con sé stesso.
Il turi­smo soste­ni­bi­le non è quin­di sol­tan­to il turi­smo “green” ma è lega­to anche a con­cet­ti qua­li la tute­la e la valo­riz­za­zio­ne del patri­mo­nio cul­tu­ra­le e del­le tra­di­zio­ni loca­li e per que­sto moti­vo è capa­ce di pro­muo­ve­re e aiu­ta­re non solo il ter­ri­to­rio ma anche l’in­te­ra comu­ni­tà (a par­ti­re dai pro­dot­ti agri­co­li a chi­lo­me­tro zero) e crea­re valo­re aggiun­to, iden­ti­tà e coe­sio­ne socia­le, oltre che soste­ni­bi­li­tà economica.
Lo Slow Tou­ri­sm pri­vi­le­gia mez­zi soste­ni­bi­li come il tre­no e la bici­clet­ta, che diven­ta­no par­te stes­sa dell’esperienza.
A Livor­no ne abbia­mo un bel­l’e­sem­pio con il for­mat “Cul­tu­ra a due ruo­te ” a cura di Coop.Itinera, con il patro­ci­nio del Comu­ne di Livor­no e in col­la­bo­ra­zio­ne con Gal­le­ria Uovo alla Pop. Un tour in bici­clet­ta alla sco­per­ta del­le mera­vi­glie ine­di­te di Livor­no, affron­tan­do temi sem­pre diver­si per pro­muo­ve­re il ter­ri­to­rio, pro­por­re un nuo­vo tipo di turi­smo di tipo soste­ni­bi­le e rilan­cia­re la cit­tà dal pun­to di vista cul­tu­ra­le e turi­sti­co. Que­st’an­no i per­cor­si saran­no arric­chi­ti dal­la pos­si­bi­li­tà di uti­liz­za­re la e‑bike, una spe­cia­le bici­clet­ta a peda­la­ta assistita.
In tut­ta Euro­pa ma anche in Ita­lia, sta pren­den­do sem­pre più pie­de l’u­ti­liz­zo di tre­ni e trat­te fer­ro­via­rie sto­ri­che, per spo­star­si in luo­ghi e ter­ri­to­ri inac­ces­si­bi­li e indi­men­ti­ca­bi­li, con lo sco­po di valo­riz­za­re il patri­mo­nio fer­ro­via­rio sto­ri­co nazio­na­le, il ter­ri­to­rio e il patri­mo­nio culturale.
In Tosca­na esi­ste la trat­ta “Tre­no Natu­ra ”, un tre­no turi­sti­co che attra­ver­sa la Val D’Or­cia , tute­la­ta dall’UNESCO come Patri­mo­nio Mon­dia­le dell’Umanità, con le sue car­roz­ze d’e­po­ca in legno e che si fer­ma in tut­te le pic­co­le sta­zio­ni sto­ri­che del territorio.
Un esem­pio inte­res­san­te e inno­va­ti­vo di que­st’e­sta­te è il “Tre­no Dan­te ”, pro­mos­so dal­la Regio­ne Emi­lia-Roma­gna, in occa­sio­ne del 700esimo anni­ver­sa­rio dal­la mor­te di Dan­te Ali­ghie­ri: un con­vo­glio sto­ri­co del­le Fer­ro­vie del­lo Sta­to viag­ge­rà da Firen­ze a Raven­na, attra­ver­san­do tut­ti i luo­ghi cari al poe­ta. Ci sarà inol­tre la pos­si­bi­li­tà di sog­gior­na­re nel­le strut­tu­re più carat­te­ri­sti­che del­la trat­ta, in un’ot­ti­ca di soste­ni­bi­li­tà territoriale.
Avre­te inol­tre sen­ti­to sem­pre di più par­la­re di “Alber­ghi Diffusi”e “Musei Dif­fu­si”: l’ot­ti­ca è la stes­sa. L’ “Alber­go Dif­fu­so può esse­re defi­ni­to “alber­go oriz­zon­ta­le”, con came­re e strut­tu­re col­lo­ca­te in edi­fi­ci diver­si ma vici­ni fra loro ed è par­ti­co­lar­men­te effi­ca­ce per pic­co­li bor­ghi e pae­si­ni di inte­res­se arti­sti­co e archi­tet­to­ni­co, in quan­to recu­pe­ra e valo­riz­za edi­fi­ci non uti­liz­za­ti o vec­chi ma anche inse­dia­men­ti rura­li o mon­ta­ni, evi­tan­do così l’im­pat­to ambien­ta­le deri­van­te dal­la costru­zio­ne di nuo­ve costru­zio­ni. Un’ uni­ca rete ricet­ti­va che offre pro­po­ste ori­gi­na­li, diver­se e per­so­na­liz­za­te (ci sono per esem­pio strut­tu­re a tema musicale,culturale, eno­ga­stro­no­mi­co, ecc..), con l’o­biet­ti­vo di garan­ti­re auten­ti­ci­tà e di sod­di­sfa­re i desi­de­ri di chiunque.
Il “Museo Dif­fu­so” si rea­liz­za là dove la sto­ria di un ter­ri­to­rio non può esse­re rac­con­ta­ta all’in­ter­no di quat­tro mura ed è neces­sa­rio crea­re per­cor­si cul­tu­ra­li a tema all’in­ter­no di una deter­mi­na­ta area geo­gra­fi­ca, con infor­ma­zio­ni aper­te e adat­ta­bi­li a più pubblici.
Non si par­la più di loca­li­tà spe­ci­fi­ca ma di “area” che por­ta iden­ti­tà al ter­ri­to­rio, lo valo­riz­za a livel­lo cul­tu­ra­le ed eco­no­mi­co e fa sen­ti­re la comu­ni­tà par­te inte­gran­te del “museo”, por­tan­do alla luce la sua sto­ria e tra­di­zio­ne. Il tut­to deve esse­re sup­por­ta­to da una comu­ni­ca­zio­ne e segna­la­zio­ne capa­ce di pro­muo­ve­re e crea­re , in manie­ra linea­re, un rac­con­to. Il turi­sta vive così un’e­spe­rien­za uni­ca e irri­pe­ti­bi­le ed è attrat­to da aree ter­ri­to­ria­li poco cono­sciu­te, ric­che di sto­rie da ascol­ta­re rac­con­ta­te dagli stes­si abi­tan­ti che diven­ta­no par­te atti­va del­la “nar­ra­zio­ne”, attra­ver­so per esem­pio incon­tri atti­vi­tà didat­ti­che, ecc…
Il Museo Dif­fu­so del­la Lusia­na”, per esem­pio, ha lo sco­po di tute­la­re e pro­muo­ve­re l’in­te­ra area comu­na­le, crean­do una rete fra le sei strut­tu­re musea­li più rile­van­ti: il Museo Palaz­zon, il Vil­lag­gio Pre­i­sto­ri­co del Mon­te Cor­gnon, la Val­le dei Muli­ni, l’area dimo­stra­ti­va Labio­lo sul­le atti­vi­tà del bosco, il Giar­di­no Bota­ni­co Alpi­no del Mon­te Cor­no e il Par­co del Sojo.
IN LOCO”, il museo dif­fu­so dell’abbandono in Roma­gna, riu­ni­sce tut­ti i luo­ghi pri­va­ti e pub­bli­ci che rischie­reb­be­ro di esse­re dimen­ti­ca­ti, acco­mu­na­ti fra loro da uno sta­to di degra­do e abban­do­no. Attra­ver­so una map­pa­tu­ra, atti­va dal 2010, sono sta­ti crea­ti 7 iti­ne­ra­ri di viag­gio rivol­ti a esplo­ra­to­ri, archi­tet­ti, foto­gra­fi e a tut­ti colo­ro che si dimo­stri­no incu­rio­si­ti e affa­sci­na­ti da un modo nuo­vo e inso­li­to di cono­sce­re il ter­ri­to­rio emiliano.
In un’ot­ti­ca del tut­to nuo­va e moder­na si inse­ri­sco­no “ I Musei Digi­ta­li Dif­fu­si”, un por­ta­le e una app al ser­vi­zio di sto­ria, tra­di­zio­ne e cul­tu­ra del ter­ri­to­rio, che uti­liz­za tec­no­lo­gie avan­za­te web, mobi­le, real­tà aumen­ta­ta, tag di prossimità,ecc…per la pro­du­zio­ne di con­te­nu­ti. Le per­so­ne pos­so­no visi­ta­re un luo­go da qua­lun­que pun­to si tro­vi­no, attra­ver­so la pre­sen­za di una map­pa orga­niz­za­ta per pun­ti di inte­res­se e per tema­ti­che. In ambi­to musea­le, si crea­no per­cor­si didat­ti­co-sto­ri­ci per valo­riz­za­re e gene­ra­re archi­vi digi­ta­li per tut­ti i beni con­ser­va­ti all’in­ter­no del museo.
In altre paro­le: turi­smo, cul­tu­ra e musei DI tut­ti e acces­si­bi­li PER tutti.
Come ci ricor­da la rati­fi­ca del­la “Con­ven­zio­ne di Faro” del 23 set­tem­bre 2020, infat­ti, il patri­mo­nio cul­tu­ra­le è un dirit­to per tut­ti e un dove­re rispet­tar­lo. L’in­di­vi­duo ades­so è al cen­tro, le bar­rie­re socia­li devo­no esse­re abbat­tu­te e il con­cet­to di svi­lup­po soste­ni­bi­le è lega­to ad una nuo­va idea di benes­se­re che deve tene­re con­to del­la qua­li­tà del­la vita del­le persone.


Caro­li­na Trotta