Undici voci per sei viaggi. E’ questa l’iniziativa di audio-racconto “A VOCE ALTA Un Viaggio Sentimentale”, ideata da Coop Itinera, che potremo ascoltare da mercoledì 1° aprile, attraverso undici interpretazioni audio dal volume omonimo scritto, un paio di anni fa, da Simone Lenzi: un viaggio compiuto dall’autore nelle cinque regioni (Corsica, Toscana, Liguria, Sardegna e Var, nel sud della Francia) coinvolte nel progetto europeo INTERREG marittimo.
Undici voci narranti, di attrici e attori livornesi, rappresentanti della cultura di questa città, che hanno aderito con passione all’iniziativa, mettendo a disposizione gratuitamente la loro sensibilità artistica per alleggerire questi momenti di isolamento; con l’idea che l’arte, e l’arte della narrazione in particolare, rappresenta una risorsa fondamentale per sentirsi uniti anche se distanti.
Il risultato del lavoro, coordinato per Itinera da Laura Giuliano e per la parte organizzativa da Carlo Neri e curato in postproduzione e montaggio da Franco Checchi, rappresenta in modo acusticamente tangibile le problematicità che anche il mondo artistico sta soffrendo in questo momento. La distanza obbligata, la registrazione necessariamente “casalinga” fatta al cellulare con semplici cuffie, l’impossibilità di eliminare i rumori d’ambiente, segnano ancor di più il valore dell’operazione in questo momento storico.
L’introduzione del 1° aprile, e i successivi riquadri interni delle località, sono affidate a Carlo Neri e quindi si avvicenderanno, Elena De Carolis e Gabriele Benucci ad accompagnare l’ascoltatore attraverso il Var, la provincia francese che si affaccia sulla Costa Azzurra; sarà poi il turno di Silvana Cocorullo e Claudio Marmugi che ci faranno attraversare i paesaggi mozzafiato della Liguria, quindi Eleonora Zacchi e Riccardo De Francesca per il viaggio attraverso la nostra Toscana che partirà l’11 aprile a seguire Isabella Cecchi e Luca Salemmi a dare voce al viaggio attraverso la Sardegna e infine, con il racconto della Corsica, Laura Cini ed Emanuele Barresi a chiudere il 18 aprile questo “Viaggio Sentimentale”.
E’ grazie alle loro bellissime voci che ognuno di noi potrà, almeno per qualche minuto, “uscire e viaggiare” dalle quattro mura della propria casa alla scoperta di luoghi suggestivi ricchi storia e tradizione.
I contenuti audio, resi disponibili tramite podcasting, saranno fruibili liberamente per mezzo di computer, tablet o smartphone. Ogni episodio sarà pubblicato sul blog di Itinera e sulla pagina Facebook della cooperativa.
- Ambra Fiorini -
Nei secoli passati, Livorno è stata luogo di raccolta e residenza di persone provenienti da diverse nazioni ed è proprio qui che una festa molto sentita come il Carnevale ha assunto un aspetto del tutto peculiare. I festeggiamenti coinvolgevano principalmente le classi sociali di ceto medio basso oltre che gli equipaggi delle navi straniere che, proprio nel periodo carnevalesco, arrivavano numerose in porto. Qualunque giorno e qualsiasi notte diventavano un’occasione per festeggiare con balli, danze, giochi e rappresentazioni teatrali; mentre i banchetti si trasformavano in un vero e proprio rito collettivo, al punto che cibo e mangiate costituivano l’elemento fondante del Carnevale livornese.
In questi giorni di festa le maschere imperversavano: parodie di personaggi illustri, imitazioni di famosi poeti e maschere collettive oltre quelle caratteristiche della città come “la divinità marina”, “la puce” o “i mori”.
La più antica e caratteristica maschera cittadina era probabilmente quella del pescatore chiamato dai livornesi “Mangia uno-mangia due”. I suoi attributi erano un camiciotto corto, marrone e arruffato, un cappuccio appuntito e una canna da pesca alla quale venivano appese delle roschette a mo’ di esca: le persone dovevano tentare di rubarle al pescatore senza usare le mani, afferrandole con la bocca come fanno i pesci.
Durante i corsi mascherati dei carri, che si svolgevano nella via Grande, il popolo si cimentava nella diffusa pratica del lancio dei confetti. Ma se in altre città si era soliti usare confetti di gesso o piselli, nella ricca Livorno le praline erano proprio di zucchero: un segno di abbondanza e, al tempo stesso, di approvazione tangibile verso la rappresentazione carnevalesca.
Purtroppo la crisi che investì tutta la città alla fine del XIX secolo non risparmiò nemmeno il rumoroso carnevale livornese che progressivamente andò ridimensionandosi fino a diventare, nel corso del ‘900, soltanto un lontano ricordo.
Il Museo di Storia Naturale di Livorno a domicilio
“A casa giocando s’impara”: scopriamo i dinosauri
Attività per bambini dai 6 ai 10 anni
I dinosauri da sempre affascinano piccoli e grandi. Che cosa sappiamo del loro aspetto? Marco ci racconta alcune curiosità sulle loro caratteristiche e ci spiega come realizzare una divertente e semplice attività di laboratorio da fare a casa.
Un Viaggio Sentimentale. Identità culturali nel cuore del Mediterraneo.
In tempi di #iorestoacasa, si moltiplicano le iniziative per rompere l’isolamento che, non è solo fisico, ma anche sociale e culturale. La Coop Itinera risponde con un’originale opportunità patrocinata dal Comune di Livorno, dal titolo #culturadomicilio con la quale continuare a viaggiare e scoprire luoghi originali e inediti, tradizioni e identità del nostro territorio e di altri, ora accomunati dalla stessa condizione. Si tratta delle regioni Sardegna, Corsica, Liguria e Var, nel sud della Francia, che insieme con la Toscana costituiscono l’area di cooperazione su cui insiste il programma europeo Interreg, Italia-Francia “Marittimo” 2014 – 2020.
A VOCE ALTA #culturadomicilio è una iniziativa che dà continuità alla recente presentazione di un “romanzo” di Viaggio dal titolo “Un viaggio Sentimentale, identità culturali nel cuore del Mediterraneo”, scritto dall’autore Simone Lenzi ed edito nell’ambito del progetto Interreg S.MAR.T.I.C., di cui Itinera è stata capofila.
Il testo è un racconto di viaggio fuori stagione nelle cinque regioni, alla scoperta di destinazioni fuori dai circuiti turistici tradizionali, luoghi dell’identità, di valore storico, artistico, culturale e paesaggistico, dove apprezzare il ritmo della vita della comunità locale e condividerne gli spazi comuni come musei, piazze, mercati, ristoranti, quartieri, botteghe. Luoghi carichi di storia e di tradizione che esprimono valori di sostenibilità ambientale, sociale e culturale, principi fondamentali per lo sviluppo di un turismo di qualità, sempre più apprezzato e ricercato dal “viaggiatore consapevole”.
I luoghi delle cinque regioni descritte nel volume prendono vita in sei audio racconti, rivelando via via identità sconosciute fatte di paesaggi, personaggi, cultura, tradizioni gastronomiche e artigianato. Dai paesi del Var, alla Liguria, dalla Toscana, alla Sardegna e infine alla Corsica, questi racconti permettono un viaggio di cultura virtuale pensato ad uso di turisti e viaggiatori consapevoli e attenti alla sostenibilità.
A VOCE ALTA Un Viaggio Sentimentale offre una alternativa e momentanea occasione di turismo culturale, proponendo un virtual tour da casa, attraverso l’ascolto di storie di luoghi speciali, unici e ricchi di identità, tutti da scoprire attraverso l’ascolto.
Ci piace pensare che questa iniziativa e questo viaggio prendano il via proprio da Livorno, città tradizionalmente tollerante e aperta, che anche e soprattutto in questo momento difficile unisce i territori dell’area di cooperazione attraverso il mare.
Sono undici le voci che danno corpo al racconto di Simone Lenzi, tutti attori e attrici livornesi, rappresentanti della cultura di questa città, che hanno aderito con passione all’iniziativa, mettendo a disposizione, gratuitamente, la loro sensibilità artistica per alleggerire, questi momenti di isolamento, con l’idea che l’arte, e l’arte della narrazione in particolare, rappresenta un’importante risorsa per sentirsi uniti anche se distanti.
A VOCE ALTA “Un Viaggio sentimentale, identità culturali al cuore del Mediterraneo”
Con le voci di:
- Emanuele Barresi
- Gabriele Benucci
- Isabella Cecchi
- Laura Cini
- Silvana Coccorullo
- Elena De Carolis
- Riccardo de Francesca
- Claudio Marmugi
- Carlo Neri
- Luca Salemmi
- Eleonora Zacchi
Data uscita pubblica | Titolo | Voci |
---|---|---|
1 aprile | Un Viaggio sentimentale. Viaggio d’inverno. | Carlo Neri |
4 aprile | Francia. Nel Var. | Giulio Graziani, Elena De Carolis, Gabriele Benucci, Carlo Neri |
8 aprile | In Liguria | Silvana Cocorullo, Claudio Marmugi, Carlo Neri |
11 aprile | In Toscana | Eleonora Zacchi, Riccardo De Francesca, Carlo Neri |
15 aprile | In Sardegna | Isabella Cecchi, Luca Salemmi, Carlo Neri |
18 aprile | In Corsica | Laura Cini, Emanuele Barresi, Carlo Neri |
22 aprile | Gli attori si presentano | Tutte le voci |
I contenuti, resi disponibili tramite podcasting, saranno fruibili liberamente da qualsiasi utente dotato di un dispositivo connesso ad internet (computer, tablet o smartphone).
Ogni nuovo episodio verrà pubblicato sul blog della Coop Itinera e sulla sua pagina Facebook.
Gli iscritti alla newsletter culturale della Coop Itinera riceveranno inoltre una comunicazione via e‑mail il giorno della pubblicazione.
Il progetto è coordinato dalla Coop Itinera con la collaborazione dei partner del progetto SMARTIC
- Consorzio Pegaso Network
- Coop. Dafne
- Consorzio Due Riviere
- CPME Corsica
- CCIFM
- Controllo Qualità srl
- Michela Vianelli -
Percy Bysshe Shelley (1792 – 1822) tra i più celebri poeti inglesi e lirici romantici, scelse di trascorrere molta parte della sua vita in Italia, in particolare a Napoli, Pisa e Livorno dove soggiornò ben tre volte tra cui anche nel 1822, anno della sua tragica morte in mare.
Shelley intraprese un grand tour in Italia dal 1818 che lo condusse fino alla nostra città, in compagnia delle seconda moglie Mary Wollstonecraft Godwin. In quegli anni molti intellettuali si fermavano a Livorno: qui risiedeva una vasta comunità di Inglesi, membri della British Factory e si potevano trovare aria buona e libri a volontà. Come sottolinea la contessa di Blessington, amica di Lord Byron “la possibilità di ricevere libri e altri generi di conforto dall’Inghilterra, attraverso Livorno, che è un porto franco, la raccomanda moltissimo”.
Gli Shelley giunsero per la prima volta a Livorno il 10 maggio 1818 e la prima impressione che il poeta ebbe della nostra città non fu delle migliori; egli infatti cercava un luogo dove poter trovare quiete e solitudine che si adattassero al suo spirito sognatore, e il chiasso di quello che al tempo era un fiorente porto in cui ferveva l’attività commerciale e marittima certo non lo accontentò. Eppure qualcosa in lui lo portò a legarsi nel profondo con la città. Nella metà di giugno del 1819, dopo aver soggiornato all’Aquila Nera, rinomato albergo dell’epoca lungo gli scali d’Azeglio, gli Shelley si trasferirono a Villa Valsovano, situata in un podere in Via Valsovano (attuale Via del Fagiano). Nella villa il poeta aveva trovato il rifugio ideale dalla quale diceva di poter vedere, da un lato il mare con le sue isole Gorgona, Capraia, Elba e Corsica, dall’altro lato gli Appennini; compose qui la tragedia “The Cenci”.
Fu proprio in questo soggiorno che Shelley cominciò ad amare la bellezza della natura livornese che celebrò successivamente nell’ode “To a Skylark”.
Nel 1822 dopo una permanenza di tre giorni nella nostra città, durante una traversata in mare, la barca dove viaggiava fu travolta da una tempesta e Shelley perse la vita. Il suo corpo fu ritrovato 10 giorni dopo a Viareggio. Per un’ironica coincidenza, sulla spiaggia di Viareggio, insieme al suo corpo, fu ritrovato il suo ultimo poema “The Triumph of Life” (Il Trionfo della Vita) scritto proprio sulla barca che lo portò alla morte. Shelley è celebre per aver scritto opere da antologia quali “Ozymandias”, “l’Ode al vento occidentale”, “A un’allodola”, e “La maschera dell’anarchia”, ma quelli che vengono considerati i suoi capolavori furono i poemi narrativi come il “Prometeo liberato” e “l’Adonais”.
- Sarah Bovani -
Livorno, città giovane e centro importante per lo sviluppo di attività commerciali, ebbe in passato anche alcune importanti Accademie culturali. Tra il XVII e il XVIII secolo fiorirono nel nostro territorio quelle dei “Dubbiosi”, degli “Abborriti”… ed infine l’Accademia Labronica. Quest’ultima nata su iniziativa di sette amici, tra i quali Giuseppe Vivoli, Segretario dell’Ufficio di Sanità, e Francesco Pistolesi, impiegato nell’ufficio della Dogana, aveva come obiettivo quello di far avere anche nella nostra città un’accademia letteraria nella quale i componenti si riunivano per “comunicarsi i lumi e l’istruzione… il gusto e la cultura delle Scienze, delle Lettere e delle Arti”.
L’immagine dell’Ercole Labronico con accanto l’arme della città di Livorno ed il motto Robur et Fides, rappresentavano gli obiettivi del sodalizio. Durante le adunanze dei membri si poteva scrivere “a libera scelta sopra qualsivoglia elemento” senza però entrare nel merito della religione o della politica. L’attività iniziò il 2 maggio 1816, con l’appoggio del Granduca Ferdinando III di Lorena, presso casa Cervaroli, un’abitazione presa in affitto al terzo piano di via Santa Giulia. I soci costituirono anche una biblioteca e scrissero gli Atti dell’Accademia. Il primo presidente fu Pietro Parenti e il primo segretario Francesco Pistolesi. La biblioteca, che nella prima metà dell’Ottocento contava già 7.000 volumi, nel 1843 fu aperta al pubblico e successivamente, nel 1852 fu donata al Comune ed ampliata, andando a costituire l’attuale Biblioteca Labronica, intitolata a Francesco Domenico Guerrazzi. L’Accademia fra i suoi membri ebbe molti illustri cittadini tra i quali Angelica Palli, unica donna ammessa agli incontri culturali ed Enrico Mayer. Cessò la sua attività nell’ultimo decennio del XIX sec.
Il Museo di Storia Naturale di Livorno a domicilio
“A casa giocando s’impara”: i colori della preistoria
Attività per bambini dai 6 ai 10 anni
Nella Sala dell’Uomo del Museo si possono ammirare le pitture rupestri in copia della celebre grotta di Lascaux in Francia. Quali figure sono rappresentate? Quali colori prevalgono? Scopriamolo insieme ad Ambra e Valeria!
Il Museo di Storia Naturale di Livorno a domicilio
“A casa giocando s’impara”: una rubrica tutta per i bambini
In questo scenario di emergenza sanitaria anche il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo di Livorno ha dovuto chiudere al pubblico i propri spazi espositivi ed interrompere le numerose iniziative rivolte alla scuole, famiglie ed adulti. Purtroppo molti bambini che seguivano con continuità le proposte educative e ludiche del programma GIOCANDO S’IMPARA, visite e animazioni a tema scientifico, non hanno più potuto incontrare i loro animatori ed esperti scientifici. Da qui l’idea di proseguire gli appuntamenti con la scienza e restare in contatto con i più piccoli nell’attesa di ritornare presto alla nostra vita quotidiana ed ai ritmi della scuola.
A partire da domenica 22 marzo quindi il Museo di Storia Naturale in collaborazione con la Coop Itinera propone una nuova rubrica dal titolo “A casa giocando s’impara” in cui gli operatori del Museo mostreranno, attraverso brevi contributi video, gli aspetti più curiosi e significativi della struttura, analizzando con un linguaggio adeguato ai bambini, ogni volta un aspetto specifico: dall’archeologia, alla zoologia, alla geologia ecc. I video saranno pubblicati sul sito del Museo di Storia Naturale, sul sito della Coop Itinera e sulle pagine Facebook del Museo e della Cooperativa.
Ogni domenica ci sarà un nuovo ed interessante argomento da esplorare insieme. Seguiteci!
- Gemma Lombardi -
Personalità dirompente della Livorno Ottocentesca, Angelica Palli può essere definita come un tassello significativo della rivoluzione femminile nell’ambito della cultura Italiana ed Europea dell’epoca. Figura importante del Risorgimento e appassionata sostenitrice dell’Indipendenza Italiana, Angelica fu prima di tutto un’intellettuale, letterata e scrittrice con una produzione impegnata a cui si dedicò per tutta la vita.
Di origini greche, Anghelikì Pallis, nacque a Livorno il 22 novembre del 1798. Fin da bambina Angelica respira nella casa natale un clima stimolante, alimentato dal via vai di intellettuali che animavano il salotto di famiglia. Dopo il matrimonio con Giampaolo Bartolommei, Angelica potrà continuare la tradizione familiare da vera protagonista dell’ancor più famoso salotto, situato nell’antica Venezia, sugli Scali del pesce. La sua dimora, in breve, accoglierà alcune delle più illuminate menti dello scenario culturale e politico italiano, come Ugo Foscolo, Giuseppe Mazzini, F. Domenico Guerrazzi, e Alessandro Manzoni che in un’ode a lei dedicata, la definì “prole eletta dal Ciel, Saffo novella”.
L’espressione massima del suo pensiero si ritrova nell’opera “Il trattato, discorsi di una donna alle giovani maritate del suo paese”, in cui l’autrice delinea la situazione contemporanea della donna e delle ingiustizie cui era oggetto, proponendo la necessità di istruzione come leva per una sua maggior autonomia.
Grazie alla sua determinazione, Angelica riuscì a concretizzare i suoi obiettivi dando vita alla prima scuola femminile superiore a Livorno “l’Istituto Magistrale”, che ancora oggi porta il suo nome.
Angelica morì il 6 Marzo del 1875. La sua tomba si trova nel cimitero greco ortodosso di via Mastacchi, mentre un busto in marmo realizzato dallo scultore Temistocle Guerrazzi è oggi conservato presso la Biblioteca Labronica.
- Laura Giuliano -
Esempio tipico di residenza mercantile, il Palazzo Huigens, sede della Cooperativa Itinera, è tra le architetture storiche più notevoli e rappresentative di Livorno. Fu costruito nel 1706 dal ricco mercante di Colonia Odoardo Brassart, ed in seguito acquistato dal mercante Antonio Huigens, suo concittadino, che ha lasciato il nome alla residenza.
Questo edificio, come molti altri che sorgono lungo i canali, presenta una tipologia particolare ed unica che ha condizionato l’architettura e l’urbanistica del quartiere Venezia.
La tipologia del palazzo mercantile è pertanto un modello architettonico con caratteristiche riconoscibili tra cui una struttura su tre livelli: la cantina, sotto il piano della strada, con affaccio diretto sul canale funzionale al carico, scarico e deposito delle merci. Spazi ampi utilizzati come veri e propri negozi, le cantine erano anche luoghi di incontro e di scambio commerciale, di vendita e di piccole trattative. Spesso, nelle cantine erano presenti piccoli passaggi interni con scale che si collegavano con i magazzini del livello superiore, utilizzati per lo stoccaggio delle merci. Al primo livello poi, le abitazioni, spazi di vita quotidiana ma anche uffici commerciali nonché luoghi di incontro mondano animati da feste e ricevimenti. Una curiosità: le ampie finestre di cui sono dotati questi palazzi servivano per far passare la merce con l’ausilio di carrucole, nel caso in cui le cantine e i magazzini fossero completi.